Il movimento è vita – M° Mario Antoldi –
La storia dell’uomo è la storia del suo continuo muoversi alla ricerca di condizioni di vita migliori; fin dall’antichità il movimento lo ha caratterizzato e si è impresso nella sua struttura metabolica:
l’uomo è un essere dinamico.
L’apparato locomotore, cioè l’insieme dei muscoli, ossa, tendini, articolazioni, costituisce gran parte dell’intera massa corporea. Se l’uomo non si muove, va incontro ad un progressivo peggioramento delle condizioni di efficienza; quello che in medicina si chiama “malattia ipocinetica” e che insorge per lo scarso utilizzo dell’apparato locomotore.
Oltre allo scarso utilizzo della muscolatura, dovuto al prevalente utilizzo di macchinari, c’è un altro fattore che inibisce l’attività: la considerazione dello sport come attività finalizzata ad un risultato agonistico.
Televisione, cinema, mas media in genere ci propongono una visione dell’uomo completamente falsata: l’apparire implica la bella presenza e dunque ci viene data una visione dell’uomo come giovane, aitante, muscoloso, sportivo, che diventa il modello da emulare.
La nostra realtà di individui soggetti ad invecchiamento viene cancellata dai media, e gli viene conferita una valenza di decadimento, per questo motivo si fa sempre maggiore fatica ad accettare il passare del tempo.
Credere nella possibilità di una eterna giovinezza non solo è pura follia, ma può comportare gravi rischi sul piano fisico.
L’attività fisica resta comunque il toccasana a cui tutti possono attingere per vivere adeguatamente il proprio tempo.
E’ importante l’uso che l’individuo fa dell’energia che produce, se un giovane può permettersi di disperdere notevoli quantità di energia, in quanto il suo recupero è molto veloce, con l’andare degli anni questo recupero diventa lento e difficile.
Al giovane s’addice la dispersione, all’adulto la conservazione.
Sarebbe tuttavia un grave errore credere che diminuendo o limitando il movimento, si limiti la dispersione delle energie, anzi la limitazione drastica del movimento spesso implica un peggioramento delle condizioni generali di vita.
Col trascorrere degli anni la persona deve adeguare il movimento alla propria età, cercando di svolgere un tipo di attività che porti ad un accrescimento dell’energia vitale.
In oriente si sono sviluppate delle tecniche corporee per mantenersi in salute e per una maggior longevità; esse si realizzano nell’ esercitarsi in semplici movimenti mantenendo il corpo sano e una mente lucida , aumentando la quantità di energia vitale.
Il taijiquan e altre pratiche di scuola interna, si prefigge il miglioramento della condizione fisica, mentale e spirituale, in modo di consentire a chi lo pratichi con costanza, di vivere la propria esistenza in tutta la sua pienezza.
Il taijiquan è una pratica taoista che mira a far passare l’individuo dal suo stato di volgarità allo stato di saggezza.
I movimenti lenti sinuosi rispettosi delle proprie condizioni fisiche interessano tutte le varie parti del corpo ridando elasticità e fluidità all’intero organismo, favorendo lo sviluppo di coordinazione, consapevolezza ed elasticità, promuovendo un benessere globale, a tutte le età.
Il movimento è vita